Il mondo cambia se cambia la Chiesa.
Solo se noi lo volessimo, questo mondo violento ed egoista, che ogni giorno di più accresce i disagi, i problemi e le sofferenze alla povera gente, potrebbe cambiare e diventare, finalmente, più tollerante, umano e giusto.
Bisogna, però, partire, dal riconoscimento della causa che determina tutti i guasti morali e sociali : la scarsa stima che il mondo nutre per la dignità della persona umana e alla cui vita conferisce un valore relativo e non assoluto.
Ecco la ragione per la quale i diritti umani: il lavoro, la casa, le cure mediche, la sicurezza sociale e tutti gli altri diritti umani, che sono in ordine alla vita, finalizzati al bene della vita, non sono sufficientemente apprezzati e adeguatamente applicati.
Ed è sempre questa la ragione per la quale un popolo per risolvere i contrasti e le divergenze con un altro popolo ricorre facilmente all’uso delle armi, incurante della morte di tante persone innocenti.
E’ necessario, dunque, che il mondo pervenga ad un vero riconoscimento del senso e valore della vita umana: senso che non essendo solo di natura fisica, ma anche morale, cioè illuminato e orientato dalla Parola di Dio, supera i confini della vita terrena e conferisce alla vita umana un valore assoluto.
Ma a chi spetta il compito di educare il mondo, e in particolare coloro che detengono il potere pubblico e privato, al rispetto assoluto della vita e di tutti gli altri diritti umani?
Non c’è alcun dubbio, questo compito spetta alla Chiesa! E’ un suo precipuo diritto-dovere difendere e diffondere i diritti umani (Mt 25,31-46).
La Chiesa è stata Istituita da Cristo, principalmente, per questo fine, non solo per annunciare, ma per realizzare il Regno di Dio, il quale si manifesta, concretamente, per mezzo delle opere di solidarietà, giustizia e pace.
Ma come può la Chiesa svolgere, correttamente, questo suo compito universale: difendere e diffondere i diritti umani nel mondo se, essa per prima, considerando moralmente e socialmente lecita la pena di morte (Nuovo Catechismo art. n° 2267) discredita il diritto alla vita e,di conseguenza, svalorizza tutti gli altri diritti umani che sono ad essa ordinati?
Ecco perché essa, per il bene dell’umanità, deve necessariamente rinnovarsi, ossia, liberarsi da tutti i condizionamenti mondani, soprattutto dalla sua propensione morale e culturale per la pena di morte che, non solo, viola il Comandamento “Non uccidere” e compromette irrimediabilmente il riconoscimento dei diritti umani, ma ne favorisce la mistificazione.
Per rendere il mondo più giusto e umano la Chiesa deve riscoprire il suo ruolo di responsabile universale per la formazione morale e sociale delle coscienze umane.
Essa, infatti, è la sola Istituzione al mondo in grado di eliminare il male alla sua radice, ossia, dal cuore delle persone: tutte le altre Istituzioni, nella migliore delle ipotesi, possono solo contrastarlo, perciò è grande la sua responsabilità nei confronti di coloro a cui vengono negati i diritti umani, soprattutto quello alla vita.
Invogliamola, dunque, a rinnovarsi perché da essa dipende il futuro di tutta l’umanità: mettiamo in campo iniziative appropriate come, ad esempio, andare a Roma, a San Pietro, con volantini e striscioni da esibire durante l’Angelus della prima domenica di febbraio : “Giornata Nazionale della Vita”, con la speranza che il papa possa notarli e prendere in esame il problema.
30 luglio 2014 diacono Giuseppe Cavallaro
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